Come l’allievo può difendersi dai limiti del maestro? Può parlare della relazione maestro-allievo? La libertà del discepolo in rapporto all’insegnante?
Il Maesto è colui che si rende conto che non c’è niente da comprendere e che non ha nulla da acquisire nella vita e che non ha alcuna qualifica di cui appropriarsi, che in nessun caso può apporpriarsi della qualifica di Maestro.
Il discepolo immagina che la vita sia qualifica e che lui ha bisogno di essere qualche cosa, e dopo essere stato un pò questo un pò quello, adesso si immagina di essere un discepolo.
Il Maestro che non si prende per un Maestro, perché si prende per un niente, va a far risuonare per mimetismo nel discepolo la necessità di non prendersi per un discepolo. Quando il discepolo non si prende più per un discepolo e il Maestro non si prende più per un Maestro, solo in quel momento l’insegnamento può trasmettersi.
L’insegnamento è una corrente; il Maestro e il discepolo sono degli accidenti in questa corrente, e dunque non c’è alcuna relazione personale tra un Maestro e un discepolo. E dunque non c’è alcuna libertà possibile.
Quando sia il discepolo che il Maestro non si separano dalla corrente, seguendo una loro appropriazione di essere qualche cosa; in quel momento rimane questa corrente di trasmissione, che non ha niente di originale né di personale e che deve esprimersi costantemente in maniera originale e pedagogica.
Dunque è una non relazione che non comporta alcun elemento psicologico.